FILOSOFIA nel modo giusto

La Filosofia per il chiarimento dei concetti

Il matematico Imre Toth, che si è dedicato alla definizione del rapporto tra creazione matematica e speculazione filosofica, in un'intervista a Ennio Galzenati ha osservato come altre scienze come la medicina e l'astronomia non si pongano domande sulla loro specificità, o meglio sulla definizione di se stesse. , così come la filosofia e la matematica, che continuano a mettere in discussione i limiti e le possibilità della propria forma di conoscenza. Allo stesso modo, il pensiero filosofico manca di un criterio di verificabilità sperimentale che possa stabilire se ciò che afferma è vero o falso; la stessa filosofia, infatti, è soggetta a una continua ridefinizione del criterio di verità con cui ne legittima le conclusioni. Così la filosofia dimostrerebbe, alla fine, una svolta su se stessa e composta da teorie che si contraddicono; eppure non è possibile liberarsene. L'opposizione alla filosofia diventa ancora filosofia. La questione della mancanza di verificabilità del pensiero filosofico che si giustifica può, tuttavia, portare a questioni scettiche, o a considerazioni ermeneutiche, secondo cui proprio questa "circolarità" del pensiero filosofico che ridefinisce i suoi punti di partenza costituisce la specificità e il potenziale della filosofia , differenziandolo dalle altre forme di conoscenza.

Toth sostiene che, dopo aver fallito gli ultimi tentativi positivisti di ridurre la filosofia a scienza, si è reso conto che l'oggetto della filosofia non sono gli oggetti naturali che studiano le scienze, ma l'uomo stesso. L'uomo che indaga l'uomo è ciò che caratterizza il filosofo che ha raggiunto risultati concreti nel corso della sua lunga storia, rendendo consapevoli nella mente dell'uomo principi e valori universali, finora inespressi o semplicemente intuiti.

Molte definizioni di filosofia vedono la creazione del significato e la comprensione o il chiarimento dei concetti come il suo compito principale. In questo senso, la filosofia è spesso contrapposta alla scienza, in quanto non si tratta tanto di come appare il mondo reale, ma di come lo viviamo o di come lo pensiamo e ne parliamo. Ciò può essere espresso affermando che la filosofia non è la ricerca della conoscenza ma della comprensione. In alcuni casi, ciò assume la forma di rendere esplicite varie pratiche e presupposti che erano precedentemente impliciti, nello stesso modo in cui una grammatica rende esplicite le regole di una lingua senza inventarle.

Se oggi, ad esempio, consideriamo con chiarezza ciò che diciamo quando parliamo di libertà, dimentichiamo che questo concetto compare per la prima volta nell'"Etica" di Aristotele. Nella "Grande Etica", e nell'"Etica Eudemica", però, Aristotele non parla di libertà, come la intendiamo oggi, ma di eleutheros, eleutheria che in greco antico connotava solo la condizione status sociale dell'uomo libero rispetto a uno schiavo. Aristotele non aveva ancora un termine equivalente alla concezione che abbiamo della libertà oggi. E proprio da Aristotele iniziò la lunga storia che portò alla premurosa consapevolezza del significato di questo termine,

Come afferma Remo Bodei: «La filosofia ha avuto il merito di essere, e di continuare ad essere, un laboratorio in cui concetti e valori vengono messi alla prova, testati e si osserva la loro resistenza alla discussione che si svolge in tutta la società. Così la filosofia ha il senso di creare in un mondo che cambia continuamente, nel corso delle generazioni successive, in una mentalità che incontra, questo spirito che è quello della ricerca critica, della vigilanza e anche del dubbio.

Opinione condivisa dal filosofo americano Richard Rorty che in un'intervista sul destino della filosofia ha dichiarato: "La filosofia non può fermarsi finché i cambiamenti sociali e culturali non sono giunti al termine: questi cambiamenti, infatti, contribuiscono a rendere obsolete le concezioni generali che abbiamo di noi stessi e del contesto in cui viviamo, determinando la necessità di un nuovo linguaggio attraverso il quale esprimere nuovi concetti.

Come nota Paul Ricœur, assolvendo a questo compito, la filosofia esprime un valore unificante assicurando, nella diversità dei linguaggi, la loro reciproca articolazione. Lo dobbiamo al pensiero filosofico se la cultura dell'Europa occidentale non si è frammentata e frammentata, perdendo il senso della sua unità, di fronte alla specializzazione dispersa delle diverse conoscenze tecnologiche. Infatti, mentre la filosofia si sviluppa unitaria cercando di risolvere le questioni di un'epoca, ma tenendosi collegata alle questioni del passato, ci sono nella storia della scienza rotture, discontinuità, dette fratture epistemologiche che fanno del percorso della scienza un percorso continuamente interrotto.