FILOSOFIA nel modo giusto

Etimologia della parola "Filosofia"



La parola filosofia indica un legame fondamentale tra conoscenza e amore, inteso non tanto nella sua forma appassionata, ma in un senso più vicino al sentimento di amicizia.

Nella cultura greca antica, il termine filosofia oscillava tra due significati estremi: in un senso, filosofia, spesso identificata come sinonimo di sophia - termine che la distingueva da ό, prudenza - coincideva con saggezza o, come si diceva anche, paideia : ad esempio Erodoto parla di Solone come di un uomo che aveva viaggiato molto per il mondo "filosofando", per desiderio di conoscere. All'estremo opposto, la filosofia assume il significato di una dottrina scientifica ben definita, che Aristotele chiama "filosofia prima", designando insieme i principi primi, le cause prime, le strutture essenziali degli esseri, e questo pensiero che studia il primo principio di tutto. : Dio stesso. È al All'interno di questi due significati si sviluppano gli usi più particolari del termine filosofia. Il termine si evolverà ulteriormente:

Aristotele dedica una parte importante della sua Etica Nicomacchiana alla discussione della philìa, tradizionalmente tradotta come "amicizia". Tuttavia, va ricordato che, a partire da Omero, tutti i termini composti dal suffisso philo designano nella cultura greca qualcosa di più radicato nell'individuo rispetto al termine contemporaneo "amicizia". Philo riguarda infatti, come sottolinea Pierre Hadot, il fatto che il “suo” piacere o il suo interesse, o la sua ragione di vita, coincidano con l'“oggetto” cercato. Così philo-posia, philo-timia, philo-sophia interesse, piacere, ragione di vivere nel cercare sophia.

Per Aristotele, la forma più nobile di amicizia è quella che non si basa solo sull'utile o sul piacevole, ma sul bene. Il filosofo sarebbe dunque “l'amico della conoscenza”, cioè della conoscenza, non per usarla come mezzo o solo per piacere intellettuale, ma come fine a se stessa. In quanto tale, accompagna la conoscenza, consapevole di non poterla possedere completamente: così per esempio. in Pitagora, designato dalla tradizione come l'ideatore del termine "filosofo", quando avverte che l'uomo può essere solo amante della conoscenza ma non possederla mai completamente, poiché appartiene interamente solo agli dei.

La datazione del primo uso del termine greco antico philosophia e dei suoi derivati ​​philosophos e philosophein è controversa. La maggior parte degli studiosi ritiene che questi termini non possano in alcun modo risalire ai presocratici del VII e VI secolo aC e per alcuni nemmeno a Pitagora o Eraclito. I pensatori più antichi della storia della filosofia non sapevano di essere filosofi: sia Diogene Laerzio che Cicerone designano Pitagora come il primo a definirsi filosofo. In un frammento di Eraclito, citato da Clemente Alessandrino, compare il termine filosofia e si dice che "i filosofi devono essere ricercatori di molte cose".



Secondo Pierre Hadot



“Tutto, infatti, fa pensare che queste parole appaiano solo nel V secolo: nel secolo di Pericle, che vide Atene brillare non solo di supremazia politica, ma anche di splendore intellettuale; al tempo di Sofocle, di Euripide, dei Sofisti, e anche al tempo in cui lo storico Erodoto, originario dell'Asia Minore, durante i suoi numerosi viaggi venne ad abitare nella famosa città. Forse è proprio nella sua opera che si incontra per la prima volta il riferimento ad un'attività “filosofica”.

Il bisogno di filosofare, secondo Aristotele - che segue in questo Platone - nascerebbe dalla "meraviglia", ovvero dal sentimento di stupore e di disagio provato dall'uomo quando, soddisfatti bisogni materiali immediati, comincia a interrogarsi sulla sua esistenza e il suo rapporto con il mondo. Questa “meraviglia” non va però confusa, secondo Emanuele Severino, con lo “stupore intellettuale”. Sullo stesso significato della filosofia come tentativo di liberare il dolore della vita era la concezione di Schopenhauer.